So di trascorrere una piacevole giornata ma dove e fino a che punto no. Cosi inizia questa calda giornata di luglio. Roma soffocante e troppo umida mi rende apatica già dalle prime luci dell’alba, ma la consapevolezza di allontanarmi e dirigermi verso la campagna mi infonde l’energia necessaria. Tra chiacchiere in auto e paesaggi che man mano cambiano, in una più rilassante e fresca visione, arrivo a Castel Giorgio, in provincia di Terni, direzione Borgo La Chiaracia. La struttura sorge su una dolce collina, nella campagna umbra ai confini tra Lazio e Toscana. Da un lato campi di girasoli e dall’altro prati infiniti, il Borgo al centro in un’insolita disposizione quasi un’abbraccio, tre casali distribuiti a semicerchio con giardino circostante e un’enorme ciliegio che ha ispirato il nome al Borgo: Chiaracia in dialetto umbro vuol dire ciliegia.
Il parcheggio è distante dall’ingresso del Borgo e concordo con la scelta, le auto darebbero solo fastidio alla vista, rompendo la curiosità crescente che solletica nel momento del cammino lungo il viale alberato che porta all’ingresso del Casale centrale. Fare foto è inevitabile, cerco di immortalare questa mia aspettativa ma so già che mai una foto renderà completamente giustizia a questo incantevole posto.
Il Resort è nuovissimo, i tre casali sono recenti ma non stridono affatto con la campagna circostante, tutto è stato progettato per rendere omaggio allo spirito del luogo. I tre casali sono uniti tra loro da un percorso al coperto riscaldato per condurre l’ospite presso la SPA o il ristorante o il bar.
Per quanto non interferisca con l’architettura degli antichi casali umbri, il Resort è stato concepito con le più moderne tecnologie utilizzando materiali innovativi per una maggiore consapevolezza del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.
Le camere sono 23 più 3 suite, eleganti e arredate secondo le forme e i colori della campagna umbra cosi da non interrompere il legame dall’esterno all’interno.
I 14 ettari, di cui è composto il borgo, circa 4 sono occupati dal Resort, il resto sono campi coltivati a girasoli, le produzioni si alternano e cambiano ogni anno.
Il Resort ha 2 sale conferenze più una terza di apporto e supporto per la parte manageriale, la Livinna SPA interna con piscina riscaldata anche nel periodo invernale a 32 gradi.
Nella zona living del Resort si trova il bar Etrusco, qui gli ospiti possono sorseggiare colorati cocktail ammirando il panorama che circonda il resort attraverso le ampie vetrate e godersi indimenticabili tramonti.
Al Resort l’attenzione per il cliente si riflette anche e sopratutto nell’ideologia del ristorante Radici, Cappello della Guida dell’Espresso 2018, dove lo chef Stefano Faioli dopo una lunga esperienza alle spalle, arriva al Borgo per curarne i piatti. La sua filosofia è cercare tra i produttori locali, spesso molto piccoli ma che possano garantire qualità ed esclusività. Il suo menu è composto da piatti strepitosi dove, nella perfetta presentazione emerge il suo passato da pasticcere e nell’esecuzione la sua passione per la cucina e profonda conoscenza della tradizione locale. Braccio destro dello chef e pastry chef la giovanissima Giada Bellaccini, perfetta curatrice dei meravigliosi giardinetti dolci che ci ha presentato.
Lo staff è a disposizione per organizzare attività sportive, passeggiate a cavallo o in bicicletta e tour guidati alla scoperta del territorio circostante. Il Borgo è collocato in un’area ricca di tesori turistici come Orvieto (20 Km), Bolsena (20 km), Civita di Bagnoregio (21,7 km), Todi (59 km), Spoleto (120 Km), Chianciano (60,8 Km) e Siena (103 Km).
Qui trovi il relax per cambiare ritmo, ma puoi scegliere di rimanere connesso con tutto ciò che ti interessa, puoi decidere di festeggiare o di lavorare, al Borgo ognuno trova ciò che cerca! Basta guardarti intorno e vedere un quadro naturale che cambia con il trascorrere del tempo e delle stagioni.
