Pilaff del Sultano: riso a grani lunghi al profumo d’oriente

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Pilaff del Sultano

Non chiudete, arriva il Pilaff del Sultano: riso a grani lunghi al profumo d’oriente!!!! Arrivo! Sempre in ritardo con La fattoria Consapevole e Solidale, e ancor di più in questo mese torrido di agosto, dove è difficile riuscire a cucinare qualsiasi cosa che non sia una caprese.

Non volevo mancare al nostro appuntamento, dove ad ogni riepilogo  mensile rimango sempre affascinata dalla quantità di piatti che si riesce a fare insieme. Certo la fantasia non ci manca, gli argomenti scelti sono interessanti e ogni volta è una sfida. Questo mese erano le spezie e per l’occasione ho scelto un piatto molto profumato, il Pilaff del Sultano, carico di sapori come solo in oriente sanno fare.

Pilaff del Sultano, spezie

La spezia predominate è il cardamomo, una spezia esotica molto antica. Originaria delle foreste tropicali d’Oriente, si dice che crescesse nei favolosi Giardini Pensili di Babilonia e, senza dubbio, fu portata dall’est in Grecia e a Roma, dove veniva usata nella preparazione dei profumi. Il cardamomo è una delle spezie più costose e viene usato in India del nord in piatti festivi e a base di riso come il biriami e i pilau, spesso abbinato a mandorle, zafferano e altre spezie. Viene utilizzata come ingrediente del garam masala, la miscela di spezie usata in tutta l’India. Il cardamomo caratterizza anche molti piatti persiani ed è l’ingrediente distintivo del caffè arabo.

Esistono diverse piante, imparentate con questa spezia, i semi, però, sono inferiori per qualità a quelli del vero cardamomo e hanno un forte sapore di canfora. Di frequente vengono venduti come semi di cardamomo e addirittura tritati finemente vengono mescolati alla spezia vera. Per questa ragione è meglio comperare le capsule verdi o marroni (che sono i colori naturali) o bianche (scolorite) e usarle intere o estrarne i semi neri che contengono l’aroma e il sapore e macinarli al momento dell’uso.

Di questo piatto mi ha intrigato l’uso delle diverse spezie e l’uso dell’agnello mi è sembrato un matrimonio perfetto.

Pilaff del Sultano e Tomas

Pilaff del Sultano

Ingredienti per 4 persone

450 g di riso a grani lunghi

4 cucchiai di olio extravergine

2 cipolle a fettine sottili

2 spicchi di aglio finemente tritati

6 capsule di cardamomo divise a metà

2 chiodi di garofano

2,5 cm di stecca di cannella, circa 

1 bustina di zafferano in polvere (io ne metterei 2, il riso è abbondante e una colora poco)

250 g di carne di agnello tagliata a dadini piccoli

50 g di uvetta sultanina

1 litro di brodo di pollo

50 g di mandorle intere tostate

sale,  pepe e prezzemolo

Pilaff del Sultano, preparazione

Preparate il brodo di pollo: una metà del petto dividetelo a dadini, poi mettetelo in una casseruola con sedano, carota, cipolla e acqua almeno 1 litro e qualcosa (perché un poco evapora). Aggiungete un pizzico di sale grosso e fate bollire per circa 20 minuti. Filtrate il brodo e tenetene da parte un litro per il piatto. Immergete, nel frattempo,  il riso in acqua fredda  per 20 minuti. Intanto fate rosolare le cipolle e l’aglio in una casseruola molto larga. Alzate la fiamma, aggiungete le spezie e cuocete per qualche minuto, poi trasferite le cipolle e la miscela di spezie in un piatto e fate rosolare la carne nell’olio rimasto nella casseruola. Aggiungete di nuovo le cipolle e le spezie e il riso (dopo averlo passato sotto l’acqua  corrente e scolato bene) e cuocete mescolando per 5 minuti circa prima di aggiungere il brodo, l’uvetta, sale e pepe. Portate a bollore, poi abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e fate cuocere adagio per 20 minuti circa senza sollevare il coperchio. Quando tutto il brodo è stato assorbito, aggiungete le mandorle tostate, il prezzemolo e versatelo in un bel piatto da portata. Buono caldo ma ottimo anche a temperatura ambiente.

Pilaff del Sultano, primo piano

2 Comments

  1. Conosco questo piatto e il garam Masala lo.faccio io scegliendo le spezie. Ogni famiglia ha il suo. Ottimo veramente adoro questo tipo di riso. Un abbraccio.

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